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Eterno Femminino


"Trieste è una costellazione... una partitura di voci", così il grande critico letterario Bobi Bazlen descriveva la sua città, abitata da avventurieri della cultura e della vita. Questa incantevole dichiarazione ci introduce alla visione di una mostra imperdibile: " Eterno femminino. Arte a Trieste tra fascino e discrezione. 1900 – 1940", curata da Federica Luser, Michela Messina e Alessandra Tiddia.


Oscar Hermann Lamb La coppa verde 1933, Mario Lannes Il kimono rosa 1938
Oscar Hermann Lamb, La coppa verde 1933 | Mario Lannes, Il kimono rosa 1938

Il luogo che ospita questa esposizione è il Museo Sartorio, una dimora storica affascinante, edificata nel '700 e ampliata in epoca neoclassica, circondata da un incantevole giardino, a breve distanza dal mare. "Eterno femminino" è una galleria suggestiva di ritratti, che mette in mostra una trentina di donne triestine protagoniste dei primi decenni del '900.



Eterno femminino, tra fascino e discrezione



Queste donne, facenti parte di una borghesia cosmopolita, sono state artefici della crescita economica e culturale della città, e i loro volti e corpi dipinti in anni di trasformazioni epocali offrono uno sguardo prezioso su Trieste grazie ai migliori artisti del secolo.


La mostra si concentra sul fascino discreto e, al tempo stesso, volitivo di donne consapevoli della propria indipendenza e sicurezza, ritratte in ogni aspetto intimo e segreto. Le opere presentate sono esaltate da riferimenti simbolisti e postimpressionisti, così come da atmosfere legate al mondo del Déco e del Realismo magico.


Nino Poliaghi, Cesare Cuccoli
Nino Poliaghi, Studio di figura 1926 | Cesare Cuccoli, Ritratto giovane donna, 1935

Eterno femminino: Opere iconiche


Si tratta di un vero mosaico di caratteri sempre diversi: muse, amiche, mogli, amanti. Le donne ritratte sono bellissime e provocanti, altre volte riservate e timide, ma sempre protagoniste, sia in situazioni mondane che nel segreto delle loro stanze.


Tra le opere iconiche presentate vi sono "La coppa verde", dipinta nel 1933 da Oscar Hermann Lamb, e "Ritratto di donna in abito nero" del 1931 di Bruno Croatto, artista triestino che, sulla scia del realismo magico, suggerisce atmosfere in linea con artisti come Antonio Donghi, Felice Casorati e Cagnaccio di San Pietro.



Gino Parin Vanita 1927, Antonio Camaur Ritratto della moglie sul divano blu 1915
Gino Parin, Vanita 1927 | Antonio Camaur, Ritratto della moglie sul divano blu 1915

Bruno Croatto
Bruno Croatto, Ritratto di donna in abito nero 1931

I dipinti esposti provengono dalle collezioni del Museo Sartorio, del Museo Revoltella, della Collezione d'Arte della Fondazione CRTrieste e da collezioni private, offrendo così al pubblico una visione completa e coinvolgente del ruolo delle donne nell'arte e nella società triestina dei primi decenni del '900.

In conclusione, "Eterno femminino" è non solo una mostra di grande valore artistico, ma anche un'occasione per riflettere sulle molteplici sfaccettature dell'identità femminile e sul suo ruolo nella storia e

nella cultura di Trieste.




© Courtesy of Museo Sartorio Press Office





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